Vabbè e mo’ che a tutti i comunicatori s’è smorzato l’orgasmo tantrico del trend topic #fertilityday, possiamo parlarne con un po’ di calma?
Perché poi pure ‘sta storia che continuiamo a relegare le politiche pubbliche a slogan o a campagne di comunicazione ben confezionate e ne misuriamo la riuscita con un “se ne parla ovunque”...trend topic appunto… è veramente sconfortante. Non fosse altro per il fatto che mentre impazzava il dibattito sulla femmina fattrice in pochi si sono accorti di una notiziola che girava sempre su twitter
#Disoccupazione:#Germania 6,1%,#Italia 11,4%. Popolazione Germania 80MIO, Italia 60MIO… (presa pari pari dalla mia amica che con la comunicazione ci lavora ..) e allora mi verrebbe pure da pensar male…
Dunque mia cara Ministr(a/o) Lorenzin? Quanto c’è costata ‘sta cosa? A che servirebbe ‘sta campagna? Chi sono i destinatari? (uomini donne n’omo ‘na donna…cit.) Le parole chi le ha scelte? E le immagini? E la semantica? E la semiotica?
Ascolta il consiglio, è una gran stronzata. Ma ti pare che vai a toccare un argomento così delicato in un paese che non ha mai affrontato il work life balance come tema di politiche pubbliche? Sì, work – life – balance – (e con lo stuolo di comunicatori che c’hai qualcuno che ti spieghi bene di che si stratta lo trovi di sicuro).
Guarda, so che il dibattito ieri si è acceso sul tema del welfare (asili nido voucher congedi etc etc) , io te lo risparmio (anche se faccio parte di quella categoria che ad un certo punto della vita professionale si è sentita chiedere se avevo intenzione o no di avere figli..il rumore dell aporta che sbatte mi sembra di udirlo ancora ora…).
Personalmente ho sempre pensato che le politiche in materia di conciliazione tempi di vita e di lavoro non attengono alla sfera del sostegno ma a quella dello sviluppo, però ti chiedo se prima di spendere tutti questi soldi il tuo ministero si sia posto il problema dell’impatto. Perché dobbiamo farla finita di pensare che i cittadini e le cittadine siano il vomitatotio di qualsiasi pensata geniale .
Parlare di fertilità, tema che attiene la sfera intima della persona, e farlo usando parole completamente inadeguate…empatia ad esempio…ma che mi significa? Ridurre un’età biologica ad una funzione sociale? Ma dai..Tutto ridotto a mero consumo…E i bambini? ‘Sti fantomatici semi che dal 22 settembre dovrebbero fertilizzare il campo per sbocciare a destra e a manca come margherite in un prato di tarda primavera? A loro ci hai pensato? E le donne? Quelle che di fronte ad una mare di possibili varianti non hanno capito dove le hai collocate con questa tua idea ci hai pensato? E agli uomini?
Dicono le linee guida che vi prefiggete lo scopo di dare informazioni sulla salute dell’apparato riproduttivo…Ma non è che niente niente volevate fare una campagna di educazione sessuale e poi vi è mancato il coraggio perché parlare di sesso in questo paese è sempre un po’ pruriginoso?
Dai dimmi la verità…non preoccuparti…non c’è bisogno di tirare fuori la tua vicenda personale di madre a 43 anni e dopo un lungo penare …Siamo in tante a capirti per aver condiviso la tua esperienza..siamo un esercito di donne, storie di successi ed insuccesi, con esperienze da numeri statistici e trafile da polli in batterie per una fecondazione assistita, di fronte ad un sistema sanitario non sempre all’altezza della situazione per gli aspetti pratici e soprattutto psicologici, coscienza e credo a parte. Anzi…non so se tra una campagna e l’altra magari vuoi prendere in considerazione anche questa…pensaci non sarebbe male…
Io ad un certo punto ho cambiato completamente la prospettiva di inquadratura…mi sono affrancata dal punto di vista imperante e sono passata dalla pretesa della genitorialità al riconoscimento di un diritto quale quello dei bambini e da lì la scoperta deflagrante dell’adozione….a proposito…in tema di adozioni nazionali ed internazionali il vostro silenzio è assordante…cosa state facendo?