Il calcio totale e il modello rizomatico

Il calcio totale e il modello rizomatico

cruijff-14“Siamo bravissimi a raccontare il film della crisi di questi anni, ma non sappiamo ancora raccontare un finale di speranza”.

Crudo netto conciso. Gianni Cuperlo interviene all’iniziativa nazionale SI Apre e con un fluire calmo e chiaro posiziona la questione centrale della politica a sinistra.

E lo fa citando un racconto sul calcio come metafora.

E’ il 74 e agli europei improvvisamente irrompe l’Olanda, una rivoluzione. Giocano un calcio che non si era mai visto, 11 giocatori entrano in campo e non giocano in una zona prestabilita, ma tutti devono andare a coprire quella zona del campo dove c’è la palla, dove c’è l’avversario, per tentare di costruire l’azione che porterà a vincere la partita. E guardi la partita dell’Olanda e vedi che dove c’è la palla ci sono cinque sei maglie arancioni, e devi avere molto fisico e molto fiato, ma è uno spettacolo grandioso.  Prima di loro solo l’Ungheria negli anni ’50 aveva fatto un gioco del genere e Jean Luc Godard lo aveva definito il primo esempio di comunismo della storia.  Ecco, noi ci troviamo esattamente in questa condizione, siamo una sinistra dove se c’è un pezzo della sinistra che si sposta e va ad occupare una zona del campo dove magari non era previsto che andasse, bisogna che ci sia un altro pezzo della sinistra che va ad occupare quella zona del campo lasciata scoperta, e se c’è un pezzo della sinistra che magari sbagliando va a coprire una zona del campo dove non era previsto che andasse e tutti gli altri pezzi della sinistra che gli dicono “maledetto hai compiuto quell’errore e ora perderemo la partita” forse potremo tornare a vincere. Noi dobbiamo tornare a riscoprire quel senso!

A me questa immagine pare di una struggente bellezza….e mi pare sufficientemente potente per sollevare lo spirito dalle discussioni che riguardano questo campo e che si sono tenute da un po’ di tempo a questa parte.

E’ chiaro che la partita della sinistra è a uno snodo centrale, ed è altrettanto chiaro che come ha detto Massimiliano Smeriglio occorre una maglia numero 14 per trascinare quel calcio. Un calcio in cui ogni giocatore deve capire l’intera geometria di tutto il campo e il sistema nel suo complesso.

Ecco, se lo schema è questo diciamo che io mi ci ritrovo appieno. Non nego però che noto ancora qualche difficoltà nel mettere a punto il gioco, ancora qualche resistenza ad abbandonare totalmente il modello con cui la politica si è fino ad ora rappresentata.

E come se sia chiara l’intenzione ma mancasse un po’ il fiato. Mi  lascia perplessa per esempio sentire ancora espressioni del tipo “la sinistra deve tornare in campo per organizzare la società.” La società non  ha bisogno di essere organizzata da chicchesia, figuriamoci dalla politica, da questa politica. La  società si è già bella che organizzata. 

 Ecco, mi pare che così non si dia il meglio, apparendo ancora disancorati totalmente da ciò che accade.

Facciamocene una ragione, le politiche migliori, quelle che impattano immediatamente sulla generazione di cambiamento, in questo momento si stanno realizzando fuori dalle istituzioni, fuori dai partiti, mediante l’attivazione di una generazione di innovatori sociali, gli unici che hanno il coraggio di occuparsi di futuro. Sono una classe dirigente di fatto, che non ha casa politica, che non ha il coraggio di votare 5 stelle né pd e che però è anni luce avanti alla sinistra italiana. (cit. Agostino Riitano)

Allora la domanda è:

Se davvero la politica decidesse di spogliarsi dei vecchi paradigmi e si mettesse in ascolto…ampio, progressista, senza etichette né il fardello di singole storie, questo mondo di innovatori sociali sarebbe disposto a rendersi parte di un percorso?

Si può ridare fiducia alla politica?

Il mio amico a queste domande ha risposto dicendomi che loro sarebbero felici di avere una piattaforma ampia e condivisa, una vera piattaforma però, non un dispositivo di controllo del secolo scorso. Una piattaforma intesa come qualcosa di evoluto dal semplice modello partecipativo, che invece è una roba che non convince più nessuno…tanti partecipano pochi decidono. Non funziona più.

E siccome il mio amico è geniale, mi parla di modello rizomatico. Che detto in parole povere significa, operatività e trasversalità.

E allora, se posso dare un suggerimento per le 100 assemblee di Si Parte, annunciate  e da fare in giro per i territori, immaginiamole così, operative e trasversali, davvero prodromiche alla sinistra che si vuole rappresentare. Chi si doveva togliere sassolini dalle scarpe lo ha fatto ieri, che ora però la partita sia davvero aperta e trasversale e tenga conto dei tutt* e delle tutt* che si sono messi in gioco per giocare questo campo.

Il calcio di Cruiff è un gioco in cui si gioca con il cervello. Duttilità, ottima tenuta atletica e generosità, capaci di salvare il pallone sulla propria linea di porta o di pressare gli attaccanti avversari con temperamento e carisma, per poi, riconquistata la palla, continuare l’azione tessendo le trame del gioco. Occorre trovarsi nel posto giusto, nel momento giusto, né troppo tardi, né troppo presto. Anche in politica.

ps

e che poi Massimiliano Smeriglio inizi il suo intervento citando il “mio” libro preferito in assoluto…Viaggio al termine della notte…beh…questo merita un post a parte ….

3 pensieri su “Il calcio totale e il modello rizomatico

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